Quando c’era Marnie…
A Sapporo vive una ragazzina di nome Anna, artista in erba ma completamente chiusa in se stessa. Malata di asma, dopo l’ennesimo forte attacco, viene mandata dalla madre adottiva a passare un po’ di tempo da alcuni parenti nelle campagne di Hokkaido dove, secondo il medico di famiglia, l’aria sana del luogo le avrebbe sicuramente giovato alla salute.
Anna parte in treno sentendosi però tradita dalla matrigna pensando in cuor suo di essere un peso e non ben voluta dalla famiglia adottiva chiudendosi sempre di più nella sua malinconia e nel disprezzo profondo che prova per se stessa.
I parenti di Hokkaido però sono persone alla mano e gioviali che accolgono la giovane ragazza come fosse figlia loro e questo, almeno un po’, riesce a tranquillizare lo stato d’animo irrequieto di Anna la quale, durante una delle sue esclursioni nella laguna alla ricerca di soggetti per i suoi schizzi, incontra una ragazza bionda di nome Marnie che vive in una grande e bella villa stile occidentale del’900 che sbocca proprio sul lungomare.
Nascerà immediatamente la più profonda e importante amicizia della sua vita.
Quando c’erano Miyazaki e Takahata…
“Quando c’era Marnie” è un film storico. No, non in senso semplicemente temporale ma perché segna indelebilmente la storia di uno degli studi giapponesi più famosi al mondo, lo Studio Ghibli. Infatti, come non era mai accaduto fin’ora, questo è il primo lungometraggio al quale non hanno partecipato in alcun modo i maestri Miyazaki e Takahata, gli storici fondatori e fautori del famoso studio di animazione. Alla regia troviamo infatti il giovane e timido Yonebayashi, pupillo di Miyazaki che l’ha coinvolto fin da giovanissimo in vari suoi progetti a partire da “La Principessa Mononoke” fino ad arrivare a scrivere la sceneggiattura di “Arrietty”. Il giovane regista però, a dispetto del suo carattere timido ed introverso, una volta matita alla mano dimostra perchè Miyazaki riponga così tanta fiducia in lui per il futuro dello studio; la sua parte artistica prende il sopravvento e le sue idee originali per le location e la storia coinvolgono e affascinano tutti coloro che lavorano con lui… e “Quando c’era Marnie” ne è la prova definitiva. Forse ancora non lo si può chiamare maestro, ma sono sicuro che lo studio Ghibli ha trovato chi degnamente può continuare il lavoro, i sogni e le idee di alcuni tra i veri “giganti” dell’animazione giapponese.
Quando una storia è bella perché è semplice…
“Quando c’era Marnie” è una storia dolce e delicata, il racconto di una vita normale fatta di difficoltà e tragedie ma anche di momenti di felicità, amore ed amicizia. Temi ben noti a chi segue da tempo i film dello Studio Ghibli che, tra una pellicola più immaginaria e un’altra più realistica, ha sempre affrontato tali temi con forte impatto grazie anche e soprattutto alla bravura nel disegnare e creare mondi fantastici, paesaggi incredibili e personaggi a cui non voler bene e con i quali non immedesimarsi è davvero cosa difficile. In questa prima pellicola di Yonebayashi spiccano la ricerca dei dettagli paesaggistici; la laguna, i campi d’erba abbandonati da anni, il bosco, tutte ambientazioni che regalano dettagli ed emozioni e aiutano lo spettatore ad immergersi nelle bellissime scene e vivere la storia assieme ai protagonisti. Il Bluray visionato, edito da Lucky Red come ormai ogni film dello studio Ghibli, è di ottima qualità visivamente parlando; il master ovviamente è recentissimo e la purezza dei tratti ne è la prova definitiva. Buono anche il sonoro che porta tanti suoni d’ambiente e poche musiche tra le quali spicca la canzone in inglese Fine on the Outside cantata da Priscilla Ahn, novità anche questa per una produzione Ghibli. Pochi gli extra purtroppo che comprendono i soliti trailer e spot, uno sguardo allo storybox originale del film ed infine un interessantissimo speciale sulla realizzazione del film che ci porta, assieme al regista, a vivere e scoprire le location scelte per dar vita a questo bellissimo film.